La chiesa parrocchiale. Architettura ed arredi del sec. XVIII
La chiesa parrocchiale di Simala è un esempio singolare d’architettura religiosa sarda del ‘700, completa d’arredi marmorei e lignei dello stesso periodo. E’ impostata planimetricamente a croce latina ad unica navata, coperta da una volta a botte, con sei cappelle laterali, anch’esse a botte, due delle quali nel transetto. Si caratterizza per un’originalissima cupola a base rettangolare all’interno (a padiglione) e ottagonale con finto lanternino all’esterno. Sul lato destro è posizionata la torre campanaria della seconda metà del sec. XVIII, costruita ad imitazione di modelli diffusi da architetti ed ingegneri militari piemontesi presenti in Sardegna in quel periodo. Tali influenze si notano soprattutto negli elementi costruttivi e nei dettagli della facciata principale. E’ probabile, infatti, che qualcuno di questi tecnici presenti nell’isola a seguito dell’assegnazione del regno di Sardegna ai Savoia, abbia almeno soprinteso alla costruzione dell’intero complesso. L’edificio è sorto nello stesso sito della chiesetta altomedievale che aveva subito numerose modifiche ed aggiunte fino alla metà del sec. XVIII, quando fu distrutta per far posto alla nuova fabbrica, una volta realizzata la copertura del nuovo edificio. Pur non essendo ancora conclusa, la chiesa fu consacrata nel 1777, da Mons. Giuseppe Maria Pilo, vescovo della diocesi di Usellus e Terralba.
La chiesa, costruita ad imitazione del modello seicentesco della cattedrale di Ales e Cagliari (dell’architetto genovese Domenico Spotorno), conserva alcuni altari ed altri arredi marmorei, (vasca del fonte battesimale e acquasantiera) di gran pregio artistico, tipici esempi di scultura settecentesca di scuola piemontese e ligure, opere degli scultori G. B. Spazzi, S. Franco e della loro bottega cagliaritana che, in quell’epoca, operò nell’intera Sardegna. Gli altari lignei sono opera del maestro L. Gallo, mentre le sopraelevazioni di quelli del transetto sono da attribuire allo scultore A. Diana, che realizzò anche la bussola e la copertura del fonte battesimale, entrambe in castagno intagliato e policromato, di gran pregio artistico, tra le quali quelle di S. Raffaele Arcangelo, attribuite, insieme ad altre, al più importante scultore sardo del settecento, G. A. Lonis ed alla sua bottega Cagliaritana di Stampace. Tra gli arredi sacri si annoverano alcune opere di argentieri sardi dei secc. XV, XVII, XVIII, XIX, paramenti sacri settecenteschi, tappeti sardi del ‘700 e dell’ ‘800 e un archivio parrocchiale con documenti che partono dal sec. XVII. A fianco alla chiesa sorgeva l’antico cimitero, ricco di sculture ed epigrafi, pregevoli opere di scultori, marmisti dell’ottocento e dei primi del novecento, appartenenti alle famiglie nobili o benestanti, attualmente depositati altrove in attesa di una ricollocazione più appropriata